sabato 23 marzo 2013

Marco, bambino di Padova malato di leucemia che si salva con le condivisioni su Facebook

A volte mi chiedo se la gente ci fa o ci è. Veramente. Siamo a questi livelli? Davvero siamo caduti così in basso?

Su Fb gira un appello (questo ha quasi 13 mila condivisioni) che recita testuali parole:

“Lui è Marco, un bambino di Padova malato di leucemia linfoblastica acuta, una malattia che potrebbe essere curata, ma sfortunatamente la famiglia non dispone dei mezzi necessari per comprare il ponatinib, il farmaco sperimentale necessario a guarirlo. L'istituto di ricerca Mario Negri ha rivolto un appello a Facebook per poter guarire questo povero bambino, Mark Zuckenberg ha acconsentito di donare 0,45 USD per ogni condivisione, vi prego condividete se avete un cuore!”

Due cose velocissime:

A) Davvero pensate che un'azienda come Facebook faccia dipendere la vita di un bambimo dalle condivisioni che un link ha? Non vi viene nessun sospetto che una cosa del genere sia vergognosa?
B) Se siete poco intelligenti per pensare ciò scritto nel punto A, almeno dovreste sapere che il cofondatore di Facebook è Mark ZuckeRberg con la R e non con la N come scritto nell'appello.

Già quei due bastavano per etichettare come bufala l'appello. Se però si perdessero 2 minuti di vita (tanto ne sprecate a centinaia a condividere link idioti) si scoprirebbe, ad esempio, che

"il bambino nella foto non si chiama Marco, non è di Padova e non è neanche un bambino, ma una bambina: la fotografia ritrae Chrissy Nelson, una bimba americana di otto anni che era afflitta da leucemia nel 2003, come riportato all'epoca dal Las Vegas Review-Journal, ed è morta l'11 agosto 2004."

A precisa domanda, L'Istituto Mario Negri ha risposto come segue:


"Non sappiamo se la storia di Marco sia vera, ma le possiamo confermare che l'Istituto Mario Negri non ha mai rivolto a Facebook un appello per questo bambino.
Riteniamo inverosimile che Mark Zuckenberg abbia acconsentito di donare 0,45 USD per ogni condivisione. In passato, catene di Sant'Antonio simili a questa che invitavano a inoltrare messaggi e-mail si erano rivelate false.
Intendiamo, inoltre, chiarire che il farmaco citato, il ponatinib, non è attualmente registrato in Italia. Il suo impiego sarebbe, quindi, sperimentale e richiederebbe il rispetto di quanto previssto nel Decreto Ministeriale 8 maggio 2003 "Uso terapeutico di medicinale sottoposto a sperimentazione clinica" (p.es. la presenza di un protocollo e l'approvazione da parte di un Comitato Etico)"


Su chi genera questi link sinceramente non so che dire...dovrebbero guardarsi allo specchio e vergognarsi. Su chi li condivide ignorantemente...beh...fossi il vostro datore di lavoro lo prenderei come ottimo motivo per lasciarvi a casa ed assumere qualcuno di più intelligente.