domenica 30 agosto 2009

Google risponde all'antitrust.ma perchè han fatto causa..e chi l'ha voluta?

E' di pochi giorni fa la notizia di un'apertura di un'istruttoria per abuso di potere dominante nei confronti di google per il servizio Google News.
E' arrivata la risposta da parte di google che vado a riportare:


"E' possibile che abbiate letto oggi sulla stampa italiana che l'Antitrust ci ha notificato un'indagine in relazione a Google News come conseguenza di una segnalazione della FIEG (Federazione Italiana Editori di Giornali). In questo momento stiamo rivedendo la notifica in dettaglio, ma nel frattempo abbiamo pensato che fosse utile fare chiarezza sul meccanismo con cui gli editori possono controllare i loro contenuti sul web.

Primo, l'obiettivo di Google News è sempre stato quello di mettere a disposizione prospettive diverse su una notizia e di portare i lettori di tutto il mondo sui siti degli editori. Noi non visualizziamo le notizie nella loro completezza, piuttosto il nostro approccio è simile a quello che adottiamo per la ricerca su web: mostriamo semplicemente il titolo della notizia, una o due righe di testo e poi il link al sito dell'editore. Insomma, giusto le informazioni utili perché il lettore sia invogliato a leggere l'intero articolo. Una volta che l'utente fa click sul link e viene reindirizzato all'articolo, sta all'editore decidere come trarre profitto dal contenuto. Il giornale può scegliere se far pagare il lettore per accedere all'intero articolo oppure può ospitare pubblicità sul proprio sito.

Chi fornisce notizie, analogamente a qualsiasi altro editore online, ha il pieno controllo sul fatto di rendere visibili i propri contenuti attraverso i servizi di Google. Quindi, se un editore non vuole essere trovato su Google.com o su Google.it o su un altro motore di ricerca, può evitare l'indicizzazione automatica utilizzando uno standard universalmente accettato, chiamato robot.txt. Gli editori hanno anche una serie di altre modalità per controllare come i loro contenuti appaiono (o non appaiono). Una di queste opzioni è per esempio quella di continuare a comparire nei risultati di ricerca di Google senza comparire su Google News. In questo caso, tutto quello che deve fare è contattarci e richiedere la rimozione dal servizio. In effetti, abbiamo incontrato diversi editori italiani e rappresentanti della FIEG proprio quest'estate per spiegare loro queste opzioni.

Noi rispettiamo i desideri dei proprietari del contenuto, ed è per questo che abbiamo fatto in modo che non far parte dei nostri servizi sia semplice. Tuttavia, quando si tratta di Google News, riceviamo di gran lunga più richieste di essere inclusi nel servizio di quante ne riceviamo per la rimozione. Questo è perché gli editori capiscono che il traffico generato da Google News, e da servizi ad esso analoghi, è un traffico di valore: Google News porta oltre 1 miliardo di click al mese agli editori di notizie, molti dei quali traggono profitti da questo traffico grazie alla pubblicità presente sui loro siti."
L'articolo originale in lingua inglese lo trovate qui

C'è da precisare che alla FIEG sono associate società come Mondadori, ADN Kronos, De Agostini...
La Mondadori di che gruppo fa parte? Fininvest
E chi fa parte anche di Fininvest? Mediaset! La stessa Mediaset che aveva fatto causa a Youtube poco tempo fa! (Youtube è di proprietà Google) Sarà un caso?

Detto questo, nell'istruttoria si legge che:
«Google News aggrega i contenuti giornalistici di una molteplicità di editori secondo criteri non pubblici regolati da un algoritmo coperto da segreto industriale». E ancora: «Le pratiche tecnologiche» utilizzate nel servizio da Google «non sono trasparenti». In questo modo il portale determina «unilateralmente la visibilità degli annunci e il livello di preminenza dato ad alcuni rispetto ad altri, potendo favorire un soggetto a scapito di un altro» nel mercato della raccolta pubblicitaria online senza prevedere una remunerazione «diretta». Non solo. Gli editori lamentano la mancata possibilità di controllo su come vengono indicizzati e resi disponibili i loro contenuti su Google News. I siti editoriali che non vogliono apparire sul servizio verrebbero infatti automaticamente esclusi anche dal motore di ricerca Google, con effettivi distorsivi sul mercato della raccolta pubblicitaria on line..(continua sul sito)

Sostanzialmente, il vero motivo per cui han fatto tutto sto casino è che i giornali non vendono più! Non guadagnano perchè non vendono e non guadagnano perchè non vendendo la pubblicità paga meno! Tutto qui!
Che la piantino di fare patetiche considerazioni e far causa a Google! Ci rendiamo solo ridicoli! In America i giornali stanno passando online..e l'ultima cosa che verrebbe in mente agli editori è far causa a Google per un servizio che aiuta solamente ad avere più visite!

RIDICOLI!

(Per Google: se mi mettete su google news, io non vi farò causa..anzi...)

Nessun commento: